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SASGA AROUND THE WORLD

La nostra seconda tappa di “Sasga Around The World” è in Italia, sull'isola di Ischia.

 

Ha sempre navigato?

 

Credo di aver sempre avuto una passione per le barche e, in generale, per il mare. Senza dubbio, il fatto di aver vissuto in Sicilia fino a trent'anni ha facilitato le cose. Vorrei condividere due aneddoti a questo proposito.

Il primo: da bambino, costringevo i miei fratelli più piccoli a sopportare estenuanti crociere serali usando il mio letto come barca. Io, autoproclamatomi capitano, stavo sul ponte superiore, dove c'era il materasso, circondato da cuscini e patatine, divertendomi a guardare fuori dalla finestra con il binocolo. I miei fratelli, nel ruolo di mozzi, occupavano a malincuore il ponte inferiore, che era il pavimento. Non potevano salire sul ponte per nessun motivo. Naturalmente, dopo qualche mese si ammutinarono e l'avventura degli “incrociatori fissi” si concluse bruscamente.

Il secondo aneddoto è il seguente: per il mio 14° compleanno, mio padre si offrì di comprarmi uno scooter. Con sua grande sorpresa, rifiutai e chiesi invece un gommone, di cui ricordo ancora la marca e il modello: Mapa 100. Motore: Johnson 4 CV ad albero corto. Da allora, e prima di scoprire Sasga, ho avuto diverse barche, tutte ugualmente care.

 

In quale parte d'Italia si trova?

Vivo a Roma, ma tengo il mio Sasga 42 a Ischia, che rimane una delle più belle isole italiane. Il basso pescaggio del mio Sasga 42 mi permette di nuotare in tutte le baie della zona, alcune delle quali sono davvero straordinarie.

 

Quali sono i suoi mesi preferiti per navigare?

Vivrei in barca se potessi, quindi non ho preferenze di mesi o stagioni. Tendo a usarla da maggio a ottobre, spesso ancorando al largo nei mesi più affollati. Purtroppo i proprietari di barche dell'ultimo minuto hanno trasformato i porti turistici in campeggi, portando con sé tutto il necessario per rovinare la poesia del mare.

 

Quando e dove ha conosciuto Sasga Yachts?

Ho conosciuto Sasga circa vent'anni fa (quando si chiamava ancora Menorquin) grazie ad alcuni amici, velisti incalliti che navigavano in ogni tipo di mare. Mi dissero che erano le uniche barche a motore che riuscivano a trovare quando il tempo era mosso. Questo fatto ebbe un profondo impatto su di me e cominciai a indagare e ad ammirare queste barche ogni volta che potevo, in occasione dei saloni nautici. Per molto tempo ho desiderato possedere il “MY100”, ma questo amore era destinato a rimanere “platonico”: all'epoca non avevo la possibilità di acquistare una barca del genere.

 

Ha avuto modo di visitare il cantiere navale di Minorca?

Sì, più volte, in occasione dell'acquisto dei miei due Sasga: il 34 nel 2016 e il 42 nel 2019. In cantiere si respira una vera atmosfera marinara. La serietà, il rigore e la precisione sono palpabili. Osservare gli artigiani al lavoro, anche nei compiti più piccoli, è un'esperienza indimenticabile. A proposito, ho intenzione di “fare una pazzia” e di aggiungere un altro Sasga alla mia collezione: dopo tutto, come dice il proverbio, le cose belle si fanno in tre!

 

Cosa distingue il tuo Sasga dalle altre barche?

Volevo una barca che potesse navigare in tutte le condizioni di mare e che fosse anche elegante e lontana (in tutti i sensi) dalle cosiddette barche “di ferro” che popolano le nostre acque.

Ho scelto il Sasga dopo aver cercato e provato a fondo il piccolo 34 a Genova dopo il salone nautico. Una barca eccezionale sotto molti punti di vista. In termini di comfort, tenuta di mare, spaziosità, assemblaggio perfetto e qualità dei materiali, queste barche hanno pochi concorrenti. Ciò che mi è piaciuto di più è la sensazione di sicurezza che trasmettono durante la navigazione. Quando ho preso il 34 da Minorca ad Alghero, ho affrontato 190 miglia di mare incrociato con onde tra 1,5 e 2,2 metri. Una prova molto impegnativa, ma a bordo non ho provato alcun timore.

Ho ritrovato le stesse qualità, amplificate, sul Sasga 42, con cui ho navigato nel Mediterraneo per 5 anni. Su questa barca ho avuto il lusso di avere uno stabilizzatore, un accessorio molto utile sia all'ancora che in navigazione. Per concludere: alla domanda su cosa rende il mio Sasga diverso dalle altre barche, aggiungerei anche “la sensazione di accoglienza”. Fin dall'inizio si sente un legame e sembra di conoscerla da sempre. E questo è anche uno dei motivi per cui non sarò mai tentato di cambiare cantiere.